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La Passione

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Debora viene fatta partecipe della Passione spirituale e fisica di Gesù, l’Uomo di indicibile martirio. Durante le cruente manifestazioni, in modo particolare il venerdì, nei tempi liturgici più forti, nei giorni in cui gli uomini sono maggiormente esposti al peccato, i patimenti sono impressionanti. Quelle sofferenze sono per lei una vera lezione che migliorerà il suo spirito, darà luce alla sua mente e avendo sposato la Croce di Gesù, è ovvia la sua partecipazione alla sofferenza corredentrice della Madonna.
«Soffrirai a una a una tutte le pene della Mia Passione redentrice e la sofferenza corredentrice del Cuore di Mia Madre» (1.6.1997).
La missione si delinea sempre più in questa direzione, richiamandola costantemente quale serva dei Due Sacri Cuori Uniti di Gesù e Maria.
La Passione presente sul suo corpo con la sofferenza visibile verrà permessa per oltre sei anni. In seguito Debora supplicherà piangendo il Signore di toglierle «quelle piaghe che la fanno vergognare» e solo due anni più tardi si diraderanno trasformandosi in invisibili, spirituali e profondamente morali. Oggi le migliaia di testimonianze in proposito offrono un carteggio importante, che attribuisce valore a una storia tanto vessata dai contemporanei.
«Cara figlia, accogli con letizia i segni esteriori, che Dio ti darà per riscaldare i cuori degli uomini, ormai intorpiditi» (28.1.1993).
 «Dopo la Passione invisibile vedevo del sangue colarmi giù dalle caviglie, dal palmo e dal dorso delle mani. I dolori erano tremendi, lancinanti fino a togliermi il respiro… non riuscivo a capire» (31.3.1993).
«Figliola, non avrai dei fori: il sangue profumato che scende dal Tempio di Dio verrà fuori dalle tue piccole mani e le piagherà» (6.9.1994).
Debora racconta: «Ad un tratto mi colse un’estasi, ove vidi la grande angoscia nella quale si trovava Gesù. Nessuno lo può immaginare... Tornando in me, il mio corpo soffriva e si trovava in una tortura: era come se mi stessero spremendo. Alle tempie soffrivo per una violenta pulsazione, da cui fui sollevata solo quando cominciai a trasudare. Risvegliandomi da quello stato, mi trovai lenzuola e cuscini coperti da macchie enormi di sangue. Le poche anime, che mi erano state accanto, mi chiesero esitanti: “Come ti senti?” Capii che erano sconvolte. Da quei giorni un imbarazzante profumo, che si profondeva dal sangue, ebbe a crearmi tanti problemi».
Un segno particolare, si avverte ancora oggi ed è quello di odorose emanazioni, diverse dai comuni profumi. Non sono infatti temporanee e non provengono se non da parti che non possono emanare tali fragranze. Pensiamo al sangue o alle ferite di per se stessi maleodoranti per natura!
«Mia sposa, ti ho donato il Mio profumo come prova del Mio santo e mistico amore» (19-20.9.1997).
Debora desidererà e otterrà poi, a fasi, d’esserne privata. Tuttavia sappiamo che in date specifiche ella è visitata dalla sofferenza che si rende visibile. Ciò avviene ancor oggi, a distanza di 17 anni dalla prima Apparizione.





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