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«Signore, a Te offro i miei dolori e le mie angosce. Benedici i miei persecutori e fa’ di me una vittima per il Tuo santo Altare. Mite Redentore, fa’ che io ripari con le mie umiliazioni per gli oppressori della tua Parola» (21.5.1993).
Debora, in ebraico, vuol dire «ape» che comunica, che porta un messaggio. Il nome prende radici dalla parola «dêbir», ovvero la parte più sacra a Dio come zona circoscritta al Sancta Sanctorum del Tempio di Gerusalemme.
Da vera e buona «ape» Debora si sforza di essere un’operaia al servizio del Re della Rivelazione e, grazie alla sua vita totalmente immersa nella diffusione della spiritualità Eucaristico-mariana, il messaggio della Riparazione ha raggiunto diverse parti del mondo.
La missione di Ape messaggera si inserisce perfettamente nel grande puzzle di Dio per l’avverarsi del Trionfo dei Cuori di Gesù e Maria. «Tu sei la Mia confidente, la serva intima del Mio Eucaristico Cuore».(27.9.1999)
«Tu sarai pietra d’inciampo e orrore per gli operatori della bestia!» (5,6.1.1998)
«Va’, figlia Mia, e ferma il dilagare del modernismo nei corridoi delle Mie regge. Parla e lenisci i malati con la forza dei Miei insegnamenti, della Tradizione» (13.2.1998).
Malgrado opposizioni e ostacoli la sua testimonianza è accolta e incoraggiata personalmente da sacerdoti e vescovi, che, cogliendo gli ottimi frutti, vogliono estendere alle pecorelle la medesima chiamata generatrice di Vita da veri figli del Padre.